Maierato
E’ un piccolo paesino collinare della provincia di Vibo Valentia a 258 m slm, nei pressi dell’ affluente del lago Angitola.
Nel suo nome conserva le sue antiche origine greche, il cui significato di “battaglia sacra” derivava dai continui scontri armati sul posto tra indigeni e coloni greci, durante il periodo della colonizzazione greca.
“Macherato” (Maierato) era uno dei 18 casali della città di Crissa, detta anche Rocca Angitola e Rocca Niceforo, ma ben presto divenne sempre più importante man mano che la città madre, per una serie di eventi negativi, si spopolava. Ciò che spinse a scegliere quel posto per costruire il nuovo nucleo furono sia la grande abbondanza di tufo, adatto a produrre le “breste”, (ancora oggi esistono delle vecchie case costruite con questi grossi mattoni pieni ) e la vicinanza del fiume Nia, che assicurava il rifornimento idrico e per la costruzione delle abitazioni. Nel 1500, Maierato, pur essendo casale di Rocca Angitola, aveva un’ amministrazione autonoma, con poteri giurisdizionali e territoriali propri, e fu autonomo fin dai primi anni del ‘700. Sul finire del Cinquecento venne completata la Chiesa Madre intitolata a San Nicola fu fondato il Convento dei Domenicani, che nella metà del Seicento fu soppresso con la Bolla di papa Innocenzo X, oggi in quel luogo sorge la chiesa dedicata a Maria SS della Provvidenza, detta “d’ ‘u Monasteri”. Il terribile terremoto del 1783 rase al suolo di Maierato, subito dopo ricostruito nello stesso posto. Degli edifici sacri furono riedificati solo quelli che subirono meno danni, ossia le attuali Chiese : la Chiesa di Santa Maria della Pietà , la Chiesa di San Nicola (la Parrocchiale) e la Chiasa Matrice di cui era crollato il campanile Parrocchiale; e alla fine dell’800 fu ripristinata la Chiesa del Convento, ricostruita dalla devozione dei fedeli .
Maierato nell’ Ottocento era molto popolato, ma agli inizi del Novecento vi fu un notevole calo demografico, dovuto alla forte emigrazione verso le Americhe, il fenomeno migratorio si acuì utleriormente dopo la II guerra mondiale, analoga sorte di molti paesi calabresi, i cui abitanti erano costretti ad emigrare alla ricerca di fortuna.
Festa: in onore del Patrono, San Rocco il 16 agosto.
Da visatare
Da visitare è il Museo della civiltà contadina, che espone attrezzi di lavoro, antiche misure per il grano e l’olio, ed oggetti di uso comune, che in passato hanno segnato modi divestire, lavorare, vivere.
Nel territorio del comune di Maierato ricade l’oasi WWf del Lago Angitola.
L’oasi naturalistica del lago dell’Angitola è una delle riserve più importanti del mediterraneo. vincolata a zona di protezione della fauna e dichiarata “zona umida di valore internazione” per gli uccelli acquatici ai sensi della convenzione di RAMSAR (D.M.30/09/1985).
E’ un bacino artificiale di circa 200 ettari, creato artificialmente nel 1966 sul vecchio alveo del fiume Angitola. Situato nel territorio di Maierato, lungo il corso del fiume Angitola, il lago si trova all’estremità meridionale della Piana di Sant’ Eufemia, a circa 4 km dallo svincolo autostradale di Pizzo. Il territorio dell’oasi si trova sul versante tirrenico della Calabria e ricade nei comuni di Francavilla Angitola, Maierato, Monterosso. Il lago ha una superficie di 875 ettari, occupando quasi il 5% della superficie del Parco.
Nel 1975 è diventata oasi naturalistica protetta sotto la tutela del WWF, e insieme al Lago Lacino, nel comune di Brugnaturo, rappresentano le zone umide più importanti dell’ area.
Il lago è circondato da declivi ricoperti da uliveti, salici bianchi, da macchia mediterranea ed una fascia di rimboschimento, con predominanza di Pino d’Aleppo, mentre Pioppi neri, Cannucce Tife, Salice bianco, Ontani Neri, Mazze Sorde crescono sulla riva, dando vita a lembi di bosco idrofilo e piccole paludi. Crescono sulla riva anche Eucalipti e Querce da sughero. Questa magnifica oasi, per le sue particolari condizioni climatiche e l’abbondanza di cibo, attrae una grande quantità di uccelli, che costituiscono la principale attrativa del lago, che in vari periodi svernano e si risproducono, in autunno e primavera transitano grandi flussi migratori di uccelli e in inverno si riscontra la maggior concentrazione di uccelli svernanti. Sono state classificate oltre 130 specie diverse, che qui trovano il luogo ideale per una sosta e per la riproduzione, tra cui spiccano: il Falco Pescatore, il Falco di Palude, l’Airone bianco maggiore, l’Airone Rosso, l’Airone cenerino, il Cormorano, la Garzetta, il Germano reale, il Gabbiano Corallino, il Mignattaio, la Spatola, lo Svasso Maggiore. Abitano, ancora, quest’oasi: anatre, gallinelle d’acqua, il Martin pescatore, la testuggine palustre e la nutrice dal collare