Vibo Marina
E’ un paese dalla indiscutibile bellezza situato nel Golfo di Lamezia, bagnato dal Tirreno e baciato dal sole .
Famoso è il porto, dove attraccano molte imbarcazioni sia da diporto che per gli sambi commerciali, ed intorno al quale ruotano diverse attività economiche e produttive, dal commercio soprattutto di prodotti ittici al turismo, che ha fatto di Vibo Marina uno dei porti più vivaci e frequentati dai turisti soprattutto per le isole Eolie. Passeggiando potrebbe essere interessante assistere al rientro delle barche dalla pesca nel pomeriggio e alla vendita all’asta del pesce nei centri di raccolta . Il Longomare è caratterizzato da una spiaggia molto lunga detta Pennello.
Ogni anno a Ferragosto dal porto parte la suggestiva Processione della Madonna di Pompei.
Un po’ di storia
Vibo Marina in origine era chiamata Porto Santa Venere, nome che le deriva, secondo una leggenda, da un gruppo di pescatori del luogo, i quali ritrovarono sulla spiaggia una statua raffigurante una donna in sdraiata in posizione dormiente ed identificata con Santa Venere; da qui il nome di porto di Santa Venere, modificato poi nel 1931 in quello attuale di Vibo Marina, in seguito al cambiamento del nome del capuologo nel 1928 il capoluogo da Monteleone Calabro all’attuale Vibo Valentia .
Nella zona di Trainiti, dove c’era un approdo per il commercio dell’ossidiana già nel neolitico, fu costruito il porto di Hipponion durante la colonizzazione greca fra il 294 a.C. e il 289 a.C.., successivamente il tiranno di Siracusa Agatocle, conquistando la polis, fece costruire il porto, che si estendeva dal castello di Bivona fino alla zona di Trainiti, dove si svolgeva una fiorente ed intensa attività commerciale fino alla fine del VI sec. d.C., quando inziò il suo declino economico in seguito ad un insabbiamento, per poi riprendersi nell’XI con i Normanni.
Nel territorio tra castello arogonese (XVI-XVII secolo) di Bivona e la zona di Trainiti sono tutt’ oggi visibili tracce di questo insediamento e dagli scavi son stati riportati alla luce reperti archeologici di epoca romana, resti di una villa romana e di una necropoli sulle antistanti colline che circondavano l’abitato, e di un muro in calce idraulica usato come banchina per l’attracco delle navi commerciali per il Tirreno.
Nei primi anni dell’ 800 la Baia di Santa Venere serviva da ormeggio per i bastimenti ed imbarcazioni legate alle numerose attività della pesca del tonno, le tonnare, e alla commercializzazione del legname delle vicine Serre. Dopo l’Unità d’Italia, in seguito alla costruzione di un molo, si formò la prima comunità, e dopo la costruzione della ferrovia e di altre infrastrutture portuali, si accellerò il processo di crescita urbana ed industriale portando Vibo Marina a vivere negli anni 1950-60 il suo periodo di maggiore spelndore e sviluppo economico
ZONA ARCHEOLOGICA DI TRAINITI
Recentemente è stata portata alla luce una realtà fino ad oggi oscura, sull’attività, in epoca romana, marittima della zona compresa tra Trainiti e Bivona. Questa zona è stato scoperto essere adibita a una fiorente attività commerciale tramite un porto costituito da due bracci lunghi oltre 100 metri. Il sito è, infatti, ospitante reperti archeologici di epoca romana costituiti da un muro in calce idraulica adibito a banchina per l’attracco delle navi in rotta sulle vie commerciali del Tirreno, lungo il quale erano state erette numerose ville romane per l’allevamento e la lavorazione del pesce in uso in questa zona compresa tra Zambrone e Pizzo, nel II-V secolo a.C. Il porto di Terina che risultava già nelle prime carte geografiche del 700, si pensa sia stato voluto da Agatocle. La sua attività fu fiorente fino al VI secolo a.C. quando, lentamente decadde a seguito di un insabbiamento della zona. Abbandonato per oltre cinque secoli fu rivalutata intorno all’XI secolo a seguito della costituzione della diocesi la cui sede è rimasta ignota ma i reperti archeologici di una necropoli ne danno la certezza della sua esistenza fino al XV secolo. Successivamente la zona fu insediamento della dominazione Aragonese (XVI-XVII secolo) che ne lasciò il Castello di Bivona, compreso nella rete delle torri di guardia di Briatico, Pizzo e Capo Suvero a testimonianza. Per gli amanti dell’archeologia terrestre e marina, sono visibili alcuni dei resti di queste epoche nella zona archeologica di Bivona e nell’acque antistanti la spiaggia di Trainiti.