Vibo Valentia
Vibo Valentia è una delle città più attive della regione ed ha un proprio forte carattere. Tutto l’ abitato è dominato dal castello che sorge in posizione eccellente, affacciandosi anche su tutta la vallata del Mesima, verso l’ interno. Il maniero, che ha la forma di una nave, può essere visitato ed è stato recentemente restaurato. Sorge sopra l’ antica acropoli e presenta possenti torri cilindriche bastioni speronati di epoca angioina. Immediatamente a ridosso del castello è il quartiere più antico, con stradine ripide, scale e case che recano i segni del tempo.
Il Museo Archeologico Statale “Vito Capialbi”
Il Museo Archeologico Statale di Vibo Valentia è stato fondato nel 1969 per volontà dell’allora Sovrintendente dott. Gíuseppe Foti, con il patrocinio dei Lions Club di Vibo Valentia. E’ intitolato al conte Vito Capialbi, illustre studioso ottocentesco uomo di lettere ed archeologo insigne. Ha sede al Castello Normanno-Svevo di recente restaurato dalla Sovrintendenza ai Beni Architettonici Artistici e Storici della Calabria; il monumento fu costruito da Ruggero il Normanno nel 1070, come avamposto fortificato; a quell’epoca risale la torre ottagonale, successivamente, Federico II di Svevia, fece aggiungere altri quattro baluardi che poi vennero rinforzati dagli Angioini; in età tarda fu riutilizzato come prigione, dopo aver subito seri danni durante il terremoto dei 1783.
Il Museo ospita i materiali provenienti dagli scavi effettuati nella città e nel suo territorio, a partire dal periodo in cui essa fu prima subcolonna locrese, col nome di Hìpponion, poi Municipium romano con quello di Valentia, ed infine borgo medievale denominato Mons Leonis. Sono esposti anche reperti appartenenti a prestigiose collezioni private costituitesi nel tempo, a Vibo, in seno ad alcuni nuclei familiari, nobili e borghesi: i Capialbi, i Cordopatri, gli Albanese.
Le collezioni; esposte, comprendono materiali pre e protostorici provenienti dal territorio, insieme a quelli greci, romani e medievali. In particolare grande risalto hanno, per l’età preistorica, i reperti rinvenuti nel territorio, nei pressi dell’attuale Briatico, zona in cui sono state scavate alcune tombe del bronzo finale ed una capanna dell’eneolitico. L’età greca, è illustrata attraverso i materiali provenienti dalle quattro aree sacre dislocate in varie aree della città, e frutto di scavi antichi, effettuati dall’Orsi (che ne identificò il sito), e di quelli più recenti, ad opera di funzionari della Soprintendenza Archeologica. Il percorso espositivo che segue il criterio topografico ed insieme cronologico inizia con la stipe votiva di contrada Scrimbia la più antica e la più ricca finora rinvenuta nella città, databile a partire dalla fine del VII sec. a.C. e fino a tutto il V sec. a.C.; notevole la ceramica di importazione da vari centri della Grecia, Corynthos Atene, Rodi ecc., che comprende anche vasi di grandi dimensioni fabbricati in officine di noti céramisti greci; tra i prestigiosi reperti bronzei hanno grande risalto parecchi elmi arcaici finemente cesellati ed alcuni bacili anch’essi decorati; molto particolare anche le statuette di offerenti presenti in gran numero e gli oggetti di gioielleria (orecchini, anelli, fibule, spilloni ecc.) in oro, argento e avorio. Da un’altra stipe votiva rinvenuta in località Cofino, provengono alcuni esemplari di pinakes, bassorilievi di terracotta connessi al culto di Kore Persefone dea delle messi e del rigoglio della natura. Conclude l’esposizione delle aree sacre la parziale ricostruzione dell’elevato del tempio rinvenuto dall’Orsi in contrada Belvedere-Telegrafo.
Al piano inferiore sono presentati i reperti rinvenuti nella necropoli occidentale, scavata in anni successivi, e databile dalla fine del VII sec. a.C. fino al IV sec. a.C.; testimonianza unica per il suo interesse documentario è la laminetta attestante il culto orfico, rinvenuta nel sepolcro di una defunta, iniziata a quella religione; il reperto, databile al V – IV sec. a.C. rappresenta il vademecum per ottenere la felicità nell’oltretomba, l’iscrizione su lamina d’oro che si sviluppa su più righe è in lingua dorico – ionica. Segue la necropoli Brettia di contrada Piercastello, unica testimonianza, insieme alle monete, del dominio di quel popolo sulla città greca. Dopo le vetrine dedicata ai materiali provenienti dalle collezioni antiquarie, tra cui emerge il monetiere Capialbi, con reperti quasi unici, come gli aurei locresi, si passa all’esposizione relativa alla città romana; essa, accoglie, oltre ai reperti ceramici (sigillata africana, contenitori ecc.) anche: statue di marmo, tra le quali è da notare il busto di Agrippa, risalente ad età augustea; iscrizioni su tegole e gigantografie di mosaici pavimentati databili tra il g ed il IV sec. d.C., visitabili in località Sant’Aloe dove è stato rinvenuto un monumentale settore dell’abitato con un complesso termale. Chiude l’esposizione una rassegna di reperti provenienti dal territorio (statue, busti, ecc.), tra cui il più significativo è un mosaico pavimentale, con fontane in marmo, in posizione centrale, e decorazioni policrome di amorini pescatori su barche, che navigano in un mare popolato di pesci.
Museo dei Marchesi di Francia
La raccolta comprende una notevole collezione di artisti di scuola napoletana operanti tra il XVII ed il XIX secolo (degni di nota i quadri di Luca Giordano e interessanti opere paesaggistiche della scuola di Salvator Rosa).
Degno di attenzione anche l’arredamento ottocentesco del palazzo, le decorazioni, in particolare i sovraporta, opere di grande pregio anche se di autore non ancora identificato.
La sede del museo è lo storico palazzo Di Francia, edificato nel XVIII secolo ad opera dell’architetto G.B. Vinci;
pregevole per la sua unicità il giardino all’italiana annesso all’edificio.
Il palazzo fu la residenza del Re di Napoli Gioacchino Murat durante i suoi lunghi soggiorni in Calabria.
Museo dell’Arte Sacra
La raccolta contiene 150 pezzi tra opere d’arte del Duomo e pezzi provenienti da donazioni private. Di particolare interessi una “Madonna col Bambino” e “San Luca” e alcune statue in marmo del Gagini, 10 statuine in bronzo dorato di Cosimo Fanzago, 5 plastici di Francesco Gerace, un dipinto di scuola senese del 1508 raffigurante Santa Caterina. Sono conservati anche paramenti sacri e argenti.
Archivio Storico Comunale
L’Archivio Storico Comunale di Vibo Valentia istituito alla metà degli anni 80 contiene:
– Atti amministrativi relativi all’attività amministrativa del comune di Vibo Valentia (Monteleone) a partire dal 1806;
– Archivio della famiglia Pignatelli recuperato in copia all’archivio storico di Napoli, che comprende documenti relativi al periodo della dominazione feudale di questa famiglia (XVI-XVIII secolo);
– Documenti tratti dalla Regia Camera della Sommaria (catasti antichi e catasti onciari), dalla Suprema Giunta di corrispondenza della Cassa Sacra.
Sono contenuti migliaia di documenti (carte, registri di stato civile, registri contabili, registri di delibere, corispondenza, contratti, ecc.).
Attualmente sono stati ordinati i documenti risalenti al periodo 1808-1899.
I materiali cartacei relativi al periodo successivo sono in fase di riordinamento.
Archivi aggregati: documenti prodotti dalla Congregazione di carità, Orfanotrofio provinciale e Colonia agraria, E.C.A., Ufficio di Conciliazione.
L’ingresso è da lunedi a venerdi dalle ore 8,00 alle ore 14,00 mentre martedi e giovedi è aperto anche il pomeriggio dalle ore 15,00 alle ore 18,30.
Archivio di Stato
L’Archivio Storico Comunale di Vibo Valentia istituito alla metà degli anni 80 contiene:
– Atti amministrativi relativi all’attività amministrativa del comune di Vibo Valentia (Monteleone) a partire dal 1806;
– Archivio della famiglia Pignatelli recuperato in copia all’archivio storico di Napoli, che comprende documenti relativi al periodo della dominazione feudale di questa famiglia (XVI-XVIII secolo);
– Documenti tratti dalla Regia Camera della Sommaria (catasti antichi e catasti onciari), dalla Suprema Giunta di corrispondenza della Cassa Sacra.
Sono contenuti migliaia di documenti (carte, registri di stato civile, registri contabili, registri di delibere, corispondenza, contratti, ecc.).
Attualmente sono stati ordinati i documenti risalenti al periodo 1808-1899.
I materiali cartacei relativi al periodo successivo sono in fase di riordinamento.
Archivi aggregati: documenti prodotti dalla Congregazione di carità, Orfanotrofio provinciale e Colonia agraria, E.C.A., Ufficio di Conciliazione.
L’ingresso è da lunedi a venerdi dalle ore 8,00 alle ore 14,00 mentre martedi e giovedi è aperto anche il pomeriggio dalle ore 15,00 alle ore 18,30.
Sistema Bibliotecario Vibonese
I Sistemi bibliotecari sono degli istituti culturali a carattere prevalentemente biblioteconomico, istituiti dalla Regione Calabria con legge regionale 19 aprile 1985, n. 17 “Norme in materia di biblioteche di ente locale e d’interesse locale”.
Il Sistema Bibliotecario Vibonese, il primo ad essere istituito, è sorto nel 1988, su iniziativa di vari comuni del vibonese ed è stato riconosciuto dalla Giunta regionale con delibera n. 3248 del 28.12.1988.
Il Sistema Bibliotecario Vibonese vede la partecipazione di numerosi comuni e della stessa Amministrazione provinciale di Vibo Valentia.
Le finalità del Sistema Bibliotecario Vibonese sono quelle previste dalla legge istitutiva e dal proprio Statuto; esso opera per il conseguimento dei seguenti obiettivi: costituzione ed organizzazione dei servizi specializzati per le biblioteche collegate, compilazione del catalogo unico delle raccolte documentarie locali, acquisizione e catalogazione del materiale bibliografico per le biblioteche del sistema, coordinamento e promozione delle attività di animazione culturale intraprese a livello territoriale, assistenza tecnica alle biblioteche.
Nei trascorsi dieci anni di vita, il Sistema Bibliotecario Vibonese ha assunto una fisionomia sempre più definita; ed è diventato uno dei protagonisti della vita culturale della provincia, in forza anche dei numerosi collegamenti che intrattiene con le università e con enti di ricerca italiani e stranieri.
Pur nella modestia delle risorse finanziarie di cui dispone è riuscito a costituire una notevole raccolta documentaria, comprendente oltre 10.000 volumi, varie centinaia di riviste, migliaia di dischi, film, fotografie e una raccolta completa dei periodici e dei quotidiani regionali e locali. Ha, inoltre, costituito la prima banca dati bibliografica della provincia di Vibo Valentia ed è in procinto di realizzare una rete locale per la gestione e la distribuzione di informazioni bibliografiche e culturali in formato digitale.
Innumerevoli sono le iniziative realizzate: presentazione di volumi, convegni, mostre scientifiche e didattiche (soprattutto per quanto riguarda i programmi di promozione della lettura), concerti, ricerche scientifiche e progetti culturali. Alcune di queste iniziative sono documentate dalla produzione editoriale del Sistema.
Sezioni speciali: letteratura professionale per bibliotecari, storia locale, fondo antico.