Soriano Calabro
Soriano è un tipico centro dell’entroterra calabrese, e oggi il più rinomato dei paesi calabresi ad economia artigiana: vi si producono oggetti in vimini, giunchi, legno, cuoio, ceramiche ed oggetti in cotto di uso domestico, famosi ed esportati in tutta Italia. Saporiti e prelibati i famosi mostaccioli, biscotti di farina e miele e dalle forme antropomorfiche e di animali, e presenti sulle bancarelle di tutte le feste e sagre calabresi.
E’ un centro importante nelle Serre sulla strada per Serra San Bruno, ed equidistante da Vibo Valentia e Serra S. Bruno. La data di fondazione dell’ antica Sorianum può essere collocata intorno al VII – VIII secolo d.C., al tempo delle lotte iconoclaste (lotte al culto delle immagini sacre), quando alcuni gruppi di monaci dell’Ordine di San Basilio, per sfuggire alle persecuzionii, giunsero in Calabria alla ricerca di un rifugio sicuro e tranquillo. Ne sono prova i numerosi tempietti dedicati a Santi Basiliani e i vari monasteri eretti nella zona, dei quali il più sontuoso era quello dedicato a S. Maria degli Angeli, che sorgeva proprio sulla collina che sovrasta l’attuale Soriano e c’è, invece, chi afferma che il primo nucleo abitativo di Soriano si formò in pianura, in località “Santa Maria della Pagliara”, oggi rione San Giovanni.
Soriano dopo l’anno Mille con l’arrivo dei Normanni divenne un importante centro, sia perché feudo del Conte Ruggero, che fissò la sua residenza a Mileto, sia perché per la sua collocazione geografica divenne punto di congiunzione tra il Centro Monastico di Serra San Bruno e Mileto, sede della corte normanna di Ruggero.
Ai Normanni seguirono numerosi feudatari fin quando nel 1501 Ferdinando II d’Aragona elevò il feudo di Soriano a Contea affidandola alla nobile famiglia Carafa di Nocera, che la governò fino al 1600. Soriano era pervasa da un profondo sentimento religioso per il Patriarca San Domenico, in onore del quale nel 1510, venne intrapresa la costruzione di un grande Santuario con annesso Convento. In età barocca, il convento di Soriano divenne uno dei più ricchi e famosi conventi domenicani d’Europa ed uno dei santuari più frequentati dell’Italia meridionale, per la fama delle grazie che si ottenevano a Soriano per intercessione della Sacra Immagine di San Domenico, lì portato, secondo la tradizione, dalla stessa Madre di Dio. Il Santuario, formato da cinque chiostri, da una chiesa con quattro campate e sei cappelle laterali, oltre che centro d’intensa vita religiosa, era, inoltre, un faro di civiltà e fiorente centro di cultura e di vita intellettuale molto apprezzato per la serietà degli studi che in esso si svolgevano, e con una fornitissima biblioteca e una tipografia; la biblioteca oggi conserva circa 1200 volumi, 4 incunamboli, 400 cinquecentine .
Il convento venne raso al suolo dal terremoto del 1783 e poi ricostruito nel 1838. All’interno è conservata una statua di San Domenico scolpita in un unico tronco di tiglio dallo scultore locale Ruffo nel 1855.